Nel suo Il volto del Terzo Reich (Mursia), Joachim Fest parla di Gerda Bormann, la moglie del potente gerarca.
In Gerda ci sono tutte le componenti classiche della cultura nazista: l’avversione a Carlo Magno, il franco che, da cattolico, portò il mondo tedesco nell’orbita della Chiesa e della latinità (tradendo così, per i nazisti, le sue radici germaniche e i suoi dei della guerra); la simpatia per Lutero, colui che aveva tagliato i ponti con Roma e con la latinità e affermato per primo un nuovo nazionalismo tedesco (“Lontano da Roma, lontano da Vienna” era uno dei motti prediletti dal giovane Hitler);
l’avversione verso gli ebrei e la morale cristiana, sino all’apertura verso la poligamia (essendo la monogamia una delle tante assurdità ebraiche e cristiane):