Albert Einstein, la Bibbia e la Chiesa

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C’è un Albert Einstein poco conosciuto: quello che dopo l’ascesa del nazismo si interroga sul perchè profondo della persecuzione nazista; quello che riscopre, oltre ad un ebraismo etnico, l’ebraismo biblico; quello che si dimostra grato alla Chiesa cattolica, unica a difendere gli ebrei dalla persecuzione nazista.

Riportiamo qui tre suoi discorsi, rimandando, per approfondimenti, al saggio di Francesco Agnoli, Filosofia, religione, politica in Albert Einstein (ESD, Bologna, 2016).

Scrive Albert Einstein nell’aprile 1938: “Essere ebreo …significa anzitutto accettare e seguire nella pratica quei fondamenti di umanità proposti nella Bibbia, fondamenti senza i quali nessuna sana e felice comunità di uomini può esistere”; e il 19 maggio 1939: “I più alti principi su cui si fondano le nostre aspirazioni e i nostri giudizi ci vengono dalla tradizione religiosa giudaico-cristiana… Non c’è spazio in tutto ciò per la divinizzazione di una nazione, di una classe, e meno che mai di un individuo. Non siamo tutti figli di uno stesso Padre, come si dice in linguaggio religioso? In effetti nemmeno la divinizzazione dell’umanità, come totalità astratta, rientrerebbe nello spirito di tale ideale. E’ solo all’individuo che viene data un’anima. E l’alto destino dell’individuo è servire piuttosto che dominare o imporsi in qualsiasi altro modo” […]

In un discorso del 22 marzo 1939, quindi proprio in coincidenza con lo scoppio della II guerra mondiale, quando nazismo e comunismo gareggiano nella persecuzione di ebrei e cristiani, Einstein afferma: “In passato eravamo perseguitati malgrado fossimo il popolo della Bibbia; oggi, invece, siamo perseguitati proprio perché siamo il popolo del Libro. Lo scopo non è solo sterminare noi, ma insieme a noi distruggere anche quello spirito, espresso nella Bibbia e nel Cristianesimo, che rese possibile l’avvento della civiltà nell’Europa centrale e settentrionale. Se questo obiettivo verrà conseguito, l’Europa diverrà terra desolata. Perché la vita della società umana non può durare a lungo se si fonda sulla forza bruta, sulla violenza, sul terrore e sull’odio…”.

Nel 1940, a vari giornali, Einstein confida:Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione nazista in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite, e non protestarono. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università, vennero ridotti al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane, e non protestarono. Solo la Chiesa ha fatto quadrato sul percorso della campagna di Hitler per la soppressione della verità. Non ho avuto in precedenza un interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento verso di essa una grande ammirazione, poiché la Chiesa sola ha avuto il coraggio e la perseveranza per difendere la verità intellettuale e la libertà morale…”